abete

Fuoriporta Natalizio

di Carmen Marinucci Il Natale sta arrivando ed è tempo di abbellire le nostre case con le tipiche decorazioni di festa. Ecco a voi un nuovo tutorial tutto da scoprire. Materiale Telaietto legno diam. cm 9 N. 3 strisce nastro di chiffon color rosso da cm. 16, cm. 14, cm. 10 N. 1 striscia nastro raso cm. 14 (Melinera) N. 1 striscia finto abete cm. 16 N. 1 striscia cordoncino bicolore cm. 21 (Melinera) N. 2 fiori “Stella di Natale” misura media una di color rosso una di color avorio (Tim Holtz) N. 1 fiore “stella di natale” misura piccola color rosso (Tim Holtz) N. 1 quadrato di juta cm 16×16 N. 1 pon-pon color rosso N. 1 sonaglino Colla a caldo Procedimento La festa del Natale si avvicina velocemente e ci sono mille cose da preparare, dalla lista dei regali al menù per il pranzo.In questo correre continuo, perché non ritagliarsi una mezz’ora tutta per rilassarsi e realizzare un fuoriporta semplice e veloce diciamo quasi “dell’ultimo momento” Potete non solo utilizzarlo per voi, ma regalarlo a qualche vostra amica che con fustelle e colla a caldo non ha molta dimestichezza. Sarà sicuramente un dono gradito solo ed esclusivamente perché fatto a mano da voi. Prendere la juta e posizionarla sul telaietto, tirare la vite e sul retro tagliare la stoffa in eccedenza. Fare un fiocco con il finto rametto di abete, legarlo con il nastrino rosso e inserire il sonaglino.Con la Sizzix tagliare i tre fiori della “Stella di Natale” e incollarli nella sequenza come da video (avorio, rosso, avorio) ed infine posizionare il pon-pon. Dopo aver tagliato le tre strisce di nastro di chiffon, fiammeggiare i bordi (in questo modo non sfileranno), incollarli sulla juta, attaccare la “Stella di Natale” e inserire il cordoncino bicolore.Infine incollare il fiocco

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Bonsai: connubio gentile tra Natura e Arte

Piccoli capolavori di scultura vegetale la cui cura e contemplazione inducono all’armonia interiore. Di Alberto Piastrellini Osservare un bonsai è sempre un’esperienza che tocca corde nascoste nel profondo dell’animo. Quel piccolo abete, quell’acero fronzuto, quella quercia contorta e vecchissima sembrano un fotogramma in campo lunghissimo di un fantastico bosco ideale dove gli alberi hanno una forma precisa e rispondono a determinate associazioni di idee. Poi ci si avvicina e si scopre la magia delle proporzioni complessive che creano quell’illusione: il reticolo della corteccia, la forma coerente del tronco, le foglie in miniatura, minuscole “colline” di muschio che incorniciano la base della pianta in un paesaggio sereno e severo al tempo stesso ove, ugualmente, la forma armonica del vaso contribuisce a costituire un frammento di realtà che parla del tutto. L’arte di far crescere le essenze arboree in piccoli vasi, ingrossando il tronco ed “educando” i rami per conformarli ad un disegno complessivo che risponde a canoni estetici precisi si è sviluppata in Giappone a partire dal VI Secolo, allorquando studenti e diplomatici del Sol Levante tornarono dalla Cina della dinastia Tang con vasi contenenti “giardini in miniatura” chiamati penjing. Nei secoli successivi l’approccio filosofico Zen favorì, come in molti altri aspetti della vita e delle attività quotidiane, il fiorire di una disciplina ibrida, in questo caso connubio fra botanica, giardinaggio e scultura volta a produrre “piante in ciotola”: bonsai, infatti, è il termine nato dall’unione dei caratteri bon (ciotola) e sai (piantare), con l’obiettivo di riprodurre in casa, per il proprio e l’altrui godimento, un’opera vivente in grado di suggerire sensazioni quali solo le grandi manifestazioni della natura possono evocare. La forza di una conifera abbarbicata alla roccia della montagna piegata negli anni dal vento impetuoso, oppure la contorta maturità di un albero secolare o, perché no, l’assurda perseveranza della

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